Una delle figure storiche più importanti e meno conosciute della città di Reggio è senz’altro Giulia, figlia dell’imperatore Augusto e morta proprio nella città sulla sponda calabra dello Stretto.
Oggi a Reggio, solo una via, anche se in pieno centro, ricorda questa figura molto controversa… per alcuni una libertina, per altri una “femminista”.
Andiamo con ordine…
Giulia nasce nel giorno in cui il padre Ottaviano (futuro Augusto), si separa dalla madre Scribonia, successivamente sposerà Livia Drusilla.
La giovane ebbe un’educazione molto rigida ed il padre la utilizzò come pedina per le sue strategie politiche.
A soli 14 anni sposò il cugino Marcello che Augusto voleva suo successore ma che morì nel giro di qualche anno.
Giulia, a 18 anni, andò in sposa ad Agrippa, il fidato amico del padre, molto più anziano di lui. Da questo periodo in poi, a Giulia, vengono attribuite alcune relazioni extraconiugali, una delle quali proprio con quel Tiberio, futuro imperatore, che diverrà il suo terzo marito. Prima di morire Agrippa ebbe 4 figli da Giulia più uno postumo, due dei quali, Gaio e Lucio, vennero scelti dall’imperatore, come suoi successori.
Giulia, prima del termine del periodo di lutto, si fidanzò e poi sposo il fratellastro Tiberio (fratellastro perché Augusto adottò Tiberio per inserirlo nella linea dinastica nella successione).
Tiberio era coniugato con Agrippina, figlia di Agrippa (secondo marito di Giulia), condividendo una felice vita coniugale.
Lo stesso non si può dire per il matrimonio tra Tiberio e Giulia, i due ebbero anche un figlio che morì in giovane età, ma Tiberio non accettava il carattere forte della moglie e Giulia non riteneva Tiberio alla sua altezza.
Nel 2 a.C. Giulia venne arrestata per adulterio e tradimento, ed il suo matrimonio venne dichiarato nullo. Le accuse consistevano nell’aver tramato per la morte del padre e di relazioni extraconiugali con Iullo, forse l’unica relazione autentica.
I congiurati si tolsero tutti la vita e Giulia venne mandata in esilio con condizioni durissime prima a Ventotene e poi a Reggio.
A Reggio, venne rinchiusa e trovò la morte in una torre fatta costruire dal padre nei pressi dell’attuale Villa Zerbi. Tale torre, rimase in piedi fino al 1783 e successivamente venne demolita e se ne individuarono le tracce delle fondamenta nel 1910-11.
Del passaggio di Giulia e di personaggi a lei legati rimane traccia anche al MArRC in una epigrafe funeraria di un liberto appartenente alla famiglia imperiale conservata nel livello D dell’ esposizione permanente.
Fortunato Nocera così narra di Giulia nel suo libro “Giulia e la Luna”
“Io nacqui per essere bella e potente, felice, riverita ed adulata. Nelle mie vene scorre il sangue di Ottaviano Augusto, princeps della repubblica più potente della terra, che è quella della gens Julia, la più nobile di tutte, perché discendente da Enea, l’eroe troiano, ma sfortunatamente nacqui femmina: e questa fu la mia rovina.