viaggio in Italia

A Brera ho incontrato la bellezza

La Pinacoteca di Brera costituisce uno scrigno formidabile di capolavori, e le sue sale espositive permettono di apprezzare un meraviglioso spaccato della storia dell’arte italiana e un ricco palinsesto di autori lombardi.

Tra le tante opere di firme di primo piano presenti, Gentile da Fabriano, Mantegna, Raffaello ( che proverò a raccontarvi più in la), sicuramente il capolavoro che più mi ha colpito è la cosidetta “Pala di Brera” di Piero della Francesca.

L’opera fu voluta dal duca di Urbino, Federico da Montefeltro, probabilmente in occasione della nascita del figlio Guidobaldo, avuto da Battista Sforza.

Gli sposi verranno resi immortali nel celebre doppio ritratto, altro capolavoro di Piero custodito agli Uffizi.

Tornando alla Pala di Brera, l’opera fu destinata alla chiesa di San Bernardino di Urbino e molti ritengono fosse di dimensioni maggiori, dato che avrebbe esaltato ancora di più il gioco prospettico già presente nel capolavoro così come ci è pervenuto.

Piero imposta, nel 1472, la sua opera come una sacra conversazione ponendo i protagonisti con alle spalle un’abside ed ai lati delle sembra di intravedere il transetto.

Su di un trono è posta la Vergine (il cui volto è via di fuga dell’opera) con Bambino (di gusto fiammingo quel tappeto posto in basso) e attorno a Maria tutta una serie di figure nelle quali si riconoscono da sinistra Giovanni Battista, San Bernardino, San Girolamo (con vesti da eremita ed il sasso del penitente), quattro figure angeliche con vesti rinascimentali, San Francesco d’Assisi che mostra le stimmate, San Pietro Martire con la ferita sul capo e l’ultimo a destra San Giovanni Evangelista.

In primo piano un uomo inginocchiato in armatura con mani giunte, la protezione delle mani e l’elmo sono stati riposti sul pavimento e questo permette di scorgere il profilo inconfondibile del committente, Federico da Montefeltro.

Il duca, deve le sue fortune alle straordinarie capacità militari che riusciva a coniugare con doti da umanista e queste caratteristiche vennero rappresentate in un’altra opera urbinate che ritrae Federico con il figlio Guidobaldo nello studiolo.

L’opera di Pedro Berruguete, in un trionfo di simboli di potere, rende plasticamente queste caratteristiche.

Ma per completare, solo per il momento, il nostro viaggio a Brera ci lasciamo rapire dalla parte superiore della “Pala” di Piero dove sono le architetture a farla da padrone. Al di sopra di marmi policromi si apre una volta a botte con lacunari e subito sotto una conchiglia, dove appare straordinario il gioco di luce sullo sfondo che sembra quasi rendere fotografica la spazialità intorno a questo uovo di struzzo pendente (vari i significati di quest’ultimo, dalla rinascita alla redenzione al rimando della maternità di Battista Sforza).

Un’opera che si apre agli occhi del visitatore che viene rapito in questo spazio nel quale sembra quasi di percepire il vento in quella profondità alle spalle dei protagonisti.

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La Cattedrale di Palermo

La visita alla Cattedrale di Palermo è un viaggio non solo nella lunga vita della città, ma anche una centrifuga di storia dell’ arte che trova una sintesi parecchio particolare in un unico monumento.

I Palermitani già nel IV secolo decisero di edificare un luogo sacro nell’area dove aveva predicato il santo vescovo Mamiliano e dove molti cristiani patirono il martirio. Successivamente, durante le incursioni dei Vandali questo luogo venne completamente distrutto.

Nel 604 si decise di edificare un luogo sacro che verrà dedicato alla Vergine Maria, ma due secoli dopo i musulmani che si impadronirono dell’Isola trasformarono la chiesa in moschea.

Ancora oggi alcuni segni di questa fase ci testimoniano questo passaggio, come il Muqarnas e la pagina di Corano incisa sulla prima colonna a sinistra del portico d’ingresso laterale.

Si dovrà attendere l’arrivo dei Normanni per assistere al ritorno alla cristianità dell’Isola, anche se questo comportò un distacco delle sorti di questo territorio dall’influenza di Costantinopoli, ed un passaggio al controllo del Vescovo di Roma di cui “gli uomini del nord” erano feudatari.

Nel XII sec. il vescovo Gualtiero Offamilio dispone la costruzione di una nuova Cattedrale che verrà consacrata nel 1185 e dedicata alla Vergine Assunta.

Da qui in poi si avvieranno continue fasi edilizie che faranno assumere alla Cattedrale l’aspetto attuale.

Nel ‘300 verranno completate le quattro torri laterali con gusto gotico catalano. Nel cuore del ‘400 invece si realizzerà il meraviglioso portico meridionale.

Ma l’impegno di monumentalizzare questo sontuoso edificio non si arresterà qui. Tra ‘500 e ‘600 saranno imponenti i lavori di abbellimento degli interni della Cattedrale che vedranno tra i protagonisti la bottega della famiglia Gagini.

Nel ‘700 la piazza venne recintata dalla splendida balaustra ornata di sculture ed al centro di questo affascinante spazio venne collocata la statua di Santa Rosalia.

E’ all’inizi dell’800 però che la Cattedrale dei Palermitani acquisì il profilo definitivo, quando si decise, in modo abbastanza bizzarro, di dare una sferzata neoclassica all’intero edificio.

Vennero allargate le navate laterali sulle quali si inserirono piccole cupole, venne avviata una risitemazione degli interni che presero i colori neutri definitivi e soprattutto si decise l’edificazione della cupola che, diciamocelo francamente, stride un po’ con tutto il resto.

Infine, quasi come contrappeso alla cupola, nella metà dell’800 venne edificata la torre campanaria (sulla quale nel 1954 venne collocata la Madonna della Conco d’Oro) con un gusto neogotico per meglio coordinarsi con le guglie delle torri angolari.

Oggi la Cattedrale fa parte del circuito “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”, riconosciuti come patrimonio Unesco dell’Umanità.

Per chi si reca a Palermo la visita è obbligatoria. L’accesso ha un’area libera ma è fondamentale, per meglio capire il luogo, la visita anche delle restanti parti come le cripte, le tombe dove riposano i Re Normanni ma anche Federico II, lo Stupor Mundi.

La visita non si conclude qui, interessantissimo è il piccolo museo dei tesori dove viene anche custodita la corona di Costanza, la consorte di Federico II.

Infine è semplice lasciarsi rapire dai panorami che dal tetto della Cattedrale si allargano su tutta Palermo.

Il costo del biglietto è variabile, ma con 10 euro si può acquistare il ticket con accesso completo ai vari siti.

Consiglio inoltre la visita notturna nella quale dei ragazzi preparatissimi sapranno accompagnarvi introducendovi nell’anima del luogo

Nella Cattedrale infine, trova degna sepoltura, il corpo di un martire moderno, il beato Pino Puglisi, caduto in un vigliacco agguato mafioso. Il suo sorriso e le sue idee però, accompagnano ancora oggi le riflessioni di molti Palermitani e non solo. La Cattedrale di Palermo è un monumento vivo, palpitante, che muta nel tempo, ma che racconta la storia di questo popolo incredibile.