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La Cattedrale di Palermo

La visita alla Cattedrale di Palermo è un viaggio non solo nella lunga vita della città, ma anche una centrifuga di storia dell’ arte che trova una sintesi parecchio particolare in un unico monumento.

I Palermitani già nel IV secolo decisero di edificare un luogo sacro nell’area dove aveva predicato il santo vescovo Mamiliano e dove molti cristiani patirono il martirio. Successivamente, durante le incursioni dei Vandali questo luogo venne completamente distrutto.

Nel 604 si decise di edificare un luogo sacro che verrà dedicato alla Vergine Maria, ma due secoli dopo i musulmani che si impadronirono dell’Isola trasformarono la chiesa in moschea.

Ancora oggi alcuni segni di questa fase ci testimoniano questo passaggio, come il Muqarnas e la pagina di Corano incisa sulla prima colonna a sinistra del portico d’ingresso laterale.

Si dovrà attendere l’arrivo dei Normanni per assistere al ritorno alla cristianità dell’Isola, anche se questo comportò un distacco delle sorti di questo territorio dall’influenza di Costantinopoli, ed un passaggio al controllo del Vescovo di Roma di cui “gli uomini del nord” erano feudatari.

Nel XII sec. il vescovo Gualtiero Offamilio dispone la costruzione di una nuova Cattedrale che verrà consacrata nel 1185 e dedicata alla Vergine Assunta.

Da qui in poi si avvieranno continue fasi edilizie che faranno assumere alla Cattedrale l’aspetto attuale.

Nel ‘300 verranno completate le quattro torri laterali con gusto gotico catalano. Nel cuore del ‘400 invece si realizzerà il meraviglioso portico meridionale.

Ma l’impegno di monumentalizzare questo sontuoso edificio non si arresterà qui. Tra ‘500 e ‘600 saranno imponenti i lavori di abbellimento degli interni della Cattedrale che vedranno tra i protagonisti la bottega della famiglia Gagini.

Nel ‘700 la piazza venne recintata dalla splendida balaustra ornata di sculture ed al centro di questo affascinante spazio venne collocata la statua di Santa Rosalia.

E’ all’inizi dell’800 però che la Cattedrale dei Palermitani acquisì il profilo definitivo, quando si decise, in modo abbastanza bizzarro, di dare una sferzata neoclassica all’intero edificio.

Vennero allargate le navate laterali sulle quali si inserirono piccole cupole, venne avviata una risitemazione degli interni che presero i colori neutri definitivi e soprattutto si decise l’edificazione della cupola che, diciamocelo francamente, stride un po’ con tutto il resto.

Infine, quasi come contrappeso alla cupola, nella metà dell’800 venne edificata la torre campanaria (sulla quale nel 1954 venne collocata la Madonna della Conco d’Oro) con un gusto neogotico per meglio coordinarsi con le guglie delle torri angolari.

Oggi la Cattedrale fa parte del circuito “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”, riconosciuti come patrimonio Unesco dell’Umanità.

Per chi si reca a Palermo la visita è obbligatoria. L’accesso ha un’area libera ma è fondamentale, per meglio capire il luogo, la visita anche delle restanti parti come le cripte, le tombe dove riposano i Re Normanni ma anche Federico II, lo Stupor Mundi.

La visita non si conclude qui, interessantissimo è il piccolo museo dei tesori dove viene anche custodita la corona di Costanza, la consorte di Federico II.

Infine è semplice lasciarsi rapire dai panorami che dal tetto della Cattedrale si allargano su tutta Palermo.

Il costo del biglietto è variabile, ma con 10 euro si può acquistare il ticket con accesso completo ai vari siti.

Consiglio inoltre la visita notturna nella quale dei ragazzi preparatissimi sapranno accompagnarvi introducendovi nell’anima del luogo

Nella Cattedrale infine, trova degna sepoltura, il corpo di un martire moderno, il beato Pino Puglisi, caduto in un vigliacco agguato mafioso. Il suo sorriso e le sue idee però, accompagnano ancora oggi le riflessioni di molti Palermitani e non solo. La Cattedrale di Palermo è un monumento vivo, palpitante, che muta nel tempo, ma che racconta la storia di questo popolo incredibile.

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La Zisa e quell’incontro di culture

La Zisa è un edifico dalle forme apparentemente semplici solo lievemente rivitalizzate dalle imponenti aperture frontali e dalle piccole torri laterali sui lati corti dell’edificio.

La sua storia ci narra dell’incontro di due civiltà totalmente diverse, quella araba e quella normanna, che in Sicilia trovarono una strana forma di convivenza.

I normanni gettarono un occhio astuto sulle ricche terre del sud Italia nell’XI sec. quando da mercenari offrirono i propri servigi ai potentati locali.

Successivamente vedranno leggittimate le loro razzie da titoli nobiliari concessi dal romano pontefice. La presa della Sicilia musulmana però, fu impresa un po’ più complessa e si potè dire completata solo nel 1091 con la conquista di Palermo.

I normanni, astutamente, capirono però che conveniva coesistere con la popolazione musulmana nell’isola. Pensate che le prima emissioni monetali normanne riportano addirittura versetti del corano e professioni di fede.

Sono poi tanti i monumenti che ci parlano di impiego di maestranze musulmane all’interno di edifici pubblici fondamentali per l’epoca, come chiese, residenze e castelli.

E’ curioso vedere come questa integrazione piano piano cresca insieme alle dimensioni degli edifici. Da una prima fase quasi “protonormanna” presente nella Sicilia orientale con le chiese di Mili San Pietro, Itala e Casalvecchio Siculo fino ad arrivare ai trionfi delle architetture di Cefalù, Monreale e quelle di Palermo.

La Zisa, che in arabo significa la splendente, fa parte di un circuito di monumenti inseriti nel 2015 nel patrimonio dell’umanità Unesco comprendente anche, Palazzo Reale e Cappella Palatina, Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, Chiesa di San Cataldo, Cattedrale metropolitana, Ponte dell’Ammiraglio, più le Cattedrali di Monreale e di Cefalù.

La Zisa, fu voluta da Guglielmo I detto “il malo” nel 1165 e completata dal figlio, Guglielmo II “il buono” nel 1190. Fu pensata come una residenza immersa in un giardino delle delizie poco al di la delle mura della città in una posizione che noi abbiamo la possibilità solo di immaginare.

La Zisa era uno splendido edificio immerso nel verde dal quale era possibile guardare il mare, visuale oggi occlusa dalle costruzioni prospicenti che ci lasciano solo immaginare il fascino dei giochi d’acqua delle fontane durante i tramonti estivi nella Conca d’oro.

Il palazzo, oggi ampiamente ristrutturato, ospita una piccola collezione di arte araba e sa veramente stupire con i suoi ambienti dove nel soffitto trionfano i decori a muqarnas ed è possibile individuare ingegnosi sistemi di canalizzazione dell’aria.

Due gli ambienti che rapiscono con il loro fascino. Al secondo piano un immenso salone, un tempo scoperto, nel quale insisteva un impluvium poi modificato e chiuso nel XVII sec e soprattutto al piano terreno la sala di rappresentanza o sala della fontana.

Qui, all’ombra di una monumentale apertura ogivata sembra ancora di sentire lo sciabordio dell’acqua sui marmi che con gli schizzi rendeva ancora più vividi i numerosissimi mosaici presenti.

La splendente, è un palazzo che ci fa riflettere sui trionfi possibili quando le culture dialogano.