Il Parco Museo Musaba è esso stesso un’ opera d’arte in continua evoluzione, un’ idea ed una visione che si plasma e si modifica da 50 anni.
E’ il 1969 quando Nik Spatari e Hiske Mass iniziano questo lungo viaggio che oggi noi conosciamo con il nome di Musaba.
Un parco, un museo ed un laboratorio dove arte, paesaggio, storia e architettura si fondano in un’area che oggi è di 7 ettari ma che in principio consisteva nell’area dove oggi insiste la foresteria e la struttura ad essa vicina che in passato fu la stazione della Calabro-Lucana.
Tantissime le opere qui custodite frutto anche di prestigiose collaborazioni internazionali o parto del genio di Spatari, come i mosaici della foresteria o l’Ombra della Sera, monumentale struttura di 15 metri, la Rosa dei Venti e l’Opera Universale divenuto simbolo del museo con la sua mole ispirata forse ad una vela o una cattedrale o ancora a dei raggi solari che si dipanano da un punto per irradiare il tutto.
Il capolavoro però è custodito nella cappella della grangia di Santa Barbara dove Spatari ha concepito il “Sogno di Giacobbe” quello che viene definito la “Cappella Sistina Calabrese”.
Spatari si rivede in Giacobbe e nei doppi che caratterizzano la vita del terzo patriarca. L’arista lo raffigura con i suoi tratti durante tutti gli episodi della complessa vita del personaggio bibblico.
Spatari ci racconta di se attraverso quest’opera ma anche attraverso tutto il Musaba permeato della sua concezione di commistione di principi antichi interpretati da lui e tramandati ai posteri. Chiarissimo esempio è l’utilizzo dei triangoli nelle sue opere, rimando al pitagorismo ed a Pitagora, che Spatari individua come fondamentale per la cultura mediterranea, e che servono all’artista a dare profondità.
Ma la mission del Musaba è anche quella di rimanere un vero laboratorio rinascimentale nel quale il maestro trasmette la sua arte agli allievi. Questo al parco è possibile attraverso stage o campi didattici aperti ad artisti ed anche alle scuole.
E’ una fortuna per la nostra terra poter ospitare un luogo come il Musaba. L’esempio di Nik ed Hiske ci parla di tenacia, di obiettivi da raggiungere e di visione orientata verso il futuro ma con i piedi sempre ben piantati nella natura e nella storia dei luoghi.