
Un mese molto particolare quello di febbraio per i nostri antenati romani. Cominciamo con il dire che nel calendario c.d. di Romolo composto da 10 mesi febbraio non appariva. Si dovrà attendere il c.d. calendario di Numa composto invece da 12 mesi, che probabilmente è da attribuire agli ultimi re di Roma, quelli della dinastia etrusca, per vedere l’apparizione di Gennaio (dedicato al dio Giano che vigilava sui passaggi e sugli inizi) e di Febbraio.
Ma perchè questo nome? Con buona probabilità questo deriva dal termine latino februa che indicava tutta una serie di elementi atti alla purificazione, come quelli usati dai Luperci.
Come sempre accade però, una risposta da il via ad una serie di domande visto che probabilmente vi starete chiedendo chi fossero questi Luperci. Quest’ultimi erano una delle “confraternite” presenti nella ritualità della religione romana insieme a molte altre come le Vestali, i Sali, i Feziali e gli Arvali.
Erano i Luperci a svolgere un ruolo fondamentale nella festività dedicata al dio Fauno che ricorreva proprio il 15 di Febbraio.
Nel giorno dei Lupercalia i confratelli, dopo aver sacrificato un capro, scorazzavano per il Palatino seminudi, solo parzialmente coperti da vello di animali e sverzavano con delle fruste le donne che incontravano sul loro cammino, sia gravide ma soprattutto sterili, ritenendo che questo rito potesse restituire loro la fertilità.
Una prassi questa che affonda le proprie radici nella storia ancestrate dei romani. Così li definisce Cicerone nel Pro Caelio “confraternita selvaggia, puramente pastorale e rustica, anteriore alla civiltà ed alle leggi“.
Ma qual’è la motivazione di questo rito? Potrebbe essere una rappresentazione delle forze primitive sotto forma di lupi che invadono gli spazi dell’antica città, il Palatino appunto, o una purificazione prima dell’inizio del nuovo anno che fino alla bassa epoca repubblicana si festeggiava alle calende (il primo) di marzo? Forse i lupercalia contenevano un po’ dell’uno ed un po’ dell’altro.
Un elemento ulteriore ci è offerto dal capitolo conclusivo di questa ricorrenza voluto da papa Gelasio I. Il pontefice infatti dispose la sopressione di questo antichissimo rito introducendo la festività della PURIFICAZIONE della Vergine originarimante prevista il 15 febbraio e poi spostata al 2 dello stesso mese. Ed ecco quindi che il concetto di purificazione riemerge nuovamente in un contesto religioso completamente modificato.

Una storia questa che testimonia in modo chiaro una certa continuità in un contesto, quello della religione romana, che nei secoli ha conosciuto molti cambiamenti dovuti anche alle tante influenze, come quella etrusca e quella greca o infine quelle provenienti da Oriente. I Lupercalia invece accompagnano i romani e la loro religione dagli albori fino al superamento del paganesimo.